“Con Ovidio”. A tu per tu con l’autore

Lunedì 18 dicembre Nicola Gardini, autore di Con Ovidio. La felicità di leggere un classico (Garzanti, 2017), per la seconda volta ad Acqui Terme, ha intrattenuto un folto e interessato pubblico in una lunga e ampia conversazione sull’autore latino, primo appuntamento del ciclo seminariale “Conversando con la scrittura. Incontri di poesia e critica” organizzati da Archicultura da dicembre 2017 a maggio 2018. La conversazione ha toccato anche temi diversi e più generali, come il rapporto tra lettore e opera, vero file rouge dell’incontro. Cecilia Ghelli offre una sintesi della giornata ai lettori del blog raccogliendo le principali tematiche affrontate. 

Segnaliamo ai lettori che volessero ascoltare le parole di Nicola Gardini o rivivere le suggestioni della lezione il nostro canale Youtube su cui, da quest’anno, saranno caricati i filmati dei seminari e le interviste esclusive realizzate dai giovani di Archicultura.

Nicola Gardini (foto di Giancarlo Arnera)

Di ciò che tratta questo libro abbiamo già parlato proprio in un recente articolo pubblicato sul nostro blog. Vale la pena, allora, di scegliere alcuni punti del suo intervento.

Il primo elemento significativo riguarda la figura del lettore, che è importantissima. La lettura è un movente non solo di uno studioso raffinato. Il lettore di cui ci parla Gardini è soprattutto quello che possiede passione e cognizione insieme di ciò che un libro, in questo caso le opere di Ovidio, è: lingua, stile e natura ritmica, figure emblematiche, storia e storie, immaginazione, coinvolgimento emotivo, incontri. Un “lavoro” di tutto rispetto! Ma anche una sorta di “iniziazione” alla conoscenza di sé: i propri gusti non solo nella scelta di libri da leggere, ma anche verso l’avvicinamento alla possibile comprensione di un poco, almeno, di mondo.

Il secondo aspetto riguarda il rispecchiamento nella lingua di chi scrive. In questo caso Ovidio scrive in latino e Gardini, a questo proposito, ha usato una bellissima metafora, parlando di questa lingua “morta”, ma vivissima -come ha dimostrato nel suo precedente libro uscito da Garzanti Viva il latino– di un albero rigoglioso, dove anche i rami morti e gli insetti che si nascondono in esso, generano letteratura. Così il latino e il pensiero di Cicerone, ad esempio, si ritrovano nelle parole “fortuna” e “virtù”, su cui costruirà parte del proprio pensiero Machiavelli. Perché una lingua, senza una cultura, magari anche antica, che la nutra, è destinata a ridursi a una semplice e sempre più povera forma di comunicazione che rischia l’afasia.

E poi ecco lui, Ovidio. Gardini ha cominciato a frequentarlo sui banchi di scuola del liceo e

Nicola Gardini (foto di Giancarlo Arnera)

sembra proprio che sia stato un amico molto presente, una figura dialogante veramente attiva, tanto che quando si presenta l’occasione, Gardini va a Tomis, l’antica città di Costanza, in Romania, per vedere da vicino i luoghi del suo esilio. Da qui l’idea di dedicare un libro a Ovidio. Di questo “classico” antico a leggere le pagine scopriamo la sua ricchissima immaginazione, la capacità di narrare la propria autobiografia in un “curriculum” perfettamente  confezionato (Tristia IV); l’elegia amorosa degli Amori e dell’Arte di amare; la forza incredibile della metafora che trasforma il mondo come nelle Metamorfosi; la cupezza dell’esilio dei Tristia … Insomma una grande “varietà” di temi che fanno di questo poeta “ribelle” e appassionato, più che un classico, un nostro contemporaneo.

Cecilia Ghelli

 

L’intervento di Nicola Gardini sarà disponibile in forma integrale sul nostro canale Youtube che vi invitiamo a visitare e ad iscrivervi per essere sempre aggiornati sulle iniziative di Archicultura e per entrare nel vivo delle nostre proposte culturali.

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