Precipitosamente e con affanno

Maurizio Cucchi ad Acqui Terme.

La poesia di Maurizio Cucchi ad Acqui Terme! Il poeta ha incontrato studenti, appassionati e docenti in occasione dell’incontro “Paradossalmente e con affanno”, all’interno del ciclo seminariale “Conversando con la scrittura”. Cecilia Ghelli ci propone qualche riflessione a margine della lezione e una lettura dell’opera del poeta.

Maurizio Cucchi, poeta e scrittore di romanzi, è una delle voci contemporanee più significative, con ascendenze importanti, che Giovanni Raboni fa risalire al filone di una poesia come quella, commossa e attenta alla vita, che da Carlo Porta arriva al Novecento e che ricorda, per i “disegni cittadini”, certe pagine di Carlo Emilio Gadda. Da questi natali importanti, che Raboni citava a proposito della sua prima raccolta poetica, Il disperso (1976), Cucchi si è sempre dimostrato fedele alla propria città, e ne ha delineato un ritratto affettuoso di luci e ombre. Si veda ad esempio La traversata di Milano, prose che fotografano Milano osservata dall’interiorità della poesia, o l’ultima raccolta Malaspina, in cui la città è il motore che muove il poeta a descrivere il quotidiano, sia quello delle “Giovani mamme”, sia quello delle “Macchine in movimento” o di quel quotidiano dello studiolo interiore, “Console o capitano”, fatto di letture e riflessioni. La sua poesia ha messo in versi e in prosa la durezza e le piccole felicità della vita, interni di case e strade che si inoltrano anche nella campagna o nella circostante pianura padana, la quale, come una grande lente, mette a fuoco sensazioni e paesaggi, sottolineandone la caratteristica del genius loci, non necessariamente generato da situazioni di magnificenza (si veda, bellissime, le raccolte Le meraviglie dell’acqua, L’ultimo viaggio di Glenn, Vite pulviscolari). Perché la lingua e lo stile di Cucchi sono quelli dello stile umile, di una lingua attenta a evitare accensioni emotive troppo forti, che sbilancerebbero l’impianto in cui “paradosso” e “affanno” si alternano nel viaggio cittadino del poeta flâneur. Spesso la sua poesia, rigorosa e priva di afflati retorici, sia accende di attenzione ai sentimenti, ad affetti amicali e familiari: e allora ci troviamo di fronte a una serie di ritratti di personaggi che appartengono al passato o a quelli della città dell’oggi, tutti colti in sintetici atteggiamenti che delineano una personalità o un destino. Il volto dell’altro, la costruzione del personaggio, attirano molto Maurizio Cucchi, che a questo tema ha dedicato un romanzo, La maschera ritratto, in cui i motivi dell’identità del personaggio si compongono muovendosi in paesi diversissimi: la Sicilia e L’Ucraina, alla ricerca di una mappa interiore di cui l’io narrante traccia i confini e le vie di fuga. A questo proposito va segnalato l’opera teatrale Jeanne d’Arc e il suo doppio, nella quale il dialogo della giovane si intreccia, nel suo opposto, alle riflessioni di e su Gilles de Rais (Barbablù).

Maurizio Cucchi e Cecilia Ghelli durante la presentazione.

Ma quella di Cucchi è una personalità particolare, perché oltre alla propria ricca e interessante produzione poetica, ha sempre promosso a Milano la poesia come dialogo e incontro fin dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, attraverso letture molto personali e approfondite, ricche di empatia e di acume critico. Ha poi continuato presso la Casa della Cultura di Milano, coadiuvato dalla professoressa Giuliana Nuvoli dell’Università Statale con incontri rivolti a studenti universitari sulla poesia e ha, inoltre, trattato della grande poesia europea del ‘900, intrecciando un dialogo serrato che si riversava sull’inizio del nuovo secolo, creando un ponte tra un poetare forte e consolidato, ricco di alte personalità e una poesia work in progress. Dato, questo, tutt’altro che trascurabile: Cucchi, infatti, è un accanito lettore di giovani poeti (si veda, tra le altre, l’antologia Nuovissima poesia italiana curata con A. Riccardi, Mondadori, 2004, e la prefazione alla raccolta di Velocità della visione. Poeti dopo il Duemila, a cura di M. Corsi e A. Pellegatta, Fondazione A. Mondadori, 2017), segno di apertura e curiosità per una poesia del presente ancora in fieri. A questa sua attività appassionata va affiancata quella di lettore attento e sensibile che in Cronache di poesia del Novecento, a cura di Valeria Poggi (Gaffi, Roma, 2010), ci accompagna a osservare i ritratti dei maggiori poeti del ‘900, molti dei quali egli stesso ha conosciuto, tracciati con un pennello incisivo. Oltre a questo è stato ed è molto attivo per la collana di poesia dello Specchio e ha seguito e curato diversi volumi dell’Almanacco di Poesia, dedicandosi alla promozione dei libri pubblicati.

Cecilia Ghelli

Maurizio Cucchi ad Acqui Terme.

Maurizio Cucchi è nato a Milano nel 1945. Ha pubblicato diversi libri di poesia: Il disperso (1976 nuova ed. 1994), Le meraviglie dell’acqua (1980), Donna del gioco (1987), Poesia della fonte (1993),  L’ultimo viaggio di Glenn (1999), Per un secondo o un secolo (2003), Jeanne d’Arc e il suo doppio (2008), Vite pulviscolari (2009) Malaspina ( 2013),  Poesie 1953-2015, a cura di A. Bertone (2016), Paradossalmente e con affanno (1971-2018). Tra i suoi romanzi ricordiamo: Il male delle cose (2005), La maschera ritratto (2011), L’indifferenza dell’assassino (2012) e il volume di prose La traversata di Milano (2007). Ha tradotto molte opere di autori stranieri soprattutto francesi e inglesi e, recentissimamente, si è occupato della traduzione poetica del Libro delle tre scritture di Bonvesin della Riva in Visioni dell’aldilà prima di Dante, a cura di M Cucchi, prefazione di M. Santagata, Mondadori, 2017; è autore, inoltre, di diverse antologie poetiche. Sue prose critiche sono in Cronaca di poesia del Novecento, a cura di V. Poggi, (2010).

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