CIRCOLO POLARE ARTICO
One day you may touch what’s wrong
The small skulls, the smashed blue hills, the godawful hush.
Then your smiles are found money.
(Sylvia Plath)
Ogni sera tornavi caricando sulle spalle
il cadavere di un cervo.
Potevi sentire contro la guancia
La sua saliva calda,
l’odore delle sue vene.
Tua madre era un affresco romano,
una cicatrice fatta di parole.
Era la ragazza bionda che non aveva età.
Ti aspettava da un secolo.
Chiamava il tuo nome
nel fiato rovente dei lupi,
fra il sangue delle sue rose.
Per andartene hai scelto un giorno di marzo,
la stagione pura quando tutto è sterile.
Sei partito un mattino di neve
col sole sul davanzale, i vasi privi di polline.
C’era un volo di uccelli nel cielo
il silenzio splendeva fra gli alberi.
Ora il vento culla il pianto dei vivi
ma chi muore vola dentro l’azzurro,
si confonde alla danza felice dei pesci.
Siamo creatura senza ali
fatti di amore e di solitudine.
Portiamo negli occhi il lutto
di chi un giorno fu vicino a Dio,
e appena lo ricorda.
A Nicholas Farrar Hugues
(17 gennaio 1962 – 16 marzo 2009)
Daniela Raimondi