VERSO CASTELNUOVO G.

Nonostane i cartelli chiedevamo

a qualche raro passante

se quella era la strada,

increduli tra frane

alberi ostili in bilico su costoni d’argilla

strettoie, mezzi di sgombro abbandonati

lasciati lì quasi per un evento inconoscibile.

Anche il navigatore ci ingannava,

diceva di svoltare

dove non c’era uscita.

Salivano i tornanti

ma il pensiero era vuoto,

fragile in alto l’azzurro,

e tutto il cosmo vuoto.

Chissà dov’era Castelnuovo g. – esisteva davvero?

ci chiedevamo, lontani

prigionieri assurdi della strada

aggregato di dubbi di incertezze

intrappolati nella macchina del viaggio.

Bruno Piccinini