ERA AUTUNNO

Era un autunno ventoso
dai bordi delle nuvole la luce intensa
esaltava il verde ocra dei vigneti.

Accarezzavo con l’incedere la strada
mentre mi avvicinavo al casolare.
Le vecchie mura dipinte a festa
apparivano e scomparivano
a ogni curva a ogni siepe.
Non era cambiato lo stradone,
abbandonato come un disegno
tra il libro dei ricordi.

Prima di bussare al vecchio portone
mi voltai ancora a guardare
le mille trecce di fata, viti pregne, in attesa.
Si schiuse la porta, un profumo
intenso di mosto e castagne
risvegliò le mie radici.
Nei tini fermentavano i grappoli
e sugli scaffali bottiglie di passate stagioni.
Non ricordo quanto tempo
rimasi a sorseggiare lo scuro vino novello
so solo che mi sorprese la notte
e alla fine il sonno.

Sognai ruscelli di Chianti
e fiumi d’ Aglianico, di Greco e di Barolo,
e infine un mare d’Amarone
e di Brunello. Come fossi io Bacco
tornato a bere dopo un’illusione.

Elio Caterina