MI INCHIODA AL CIELO UN TRAMONTO

Mi inchioda al cielo un tramonto
come di gelido fuoco
in questa sera stregata
e appendo l’ombra
nel portaombrelli
sotto i cappelli di lor signori
io resto fuori
col mio bicchiere
sussurro canzoni
di zucchero e miele
ma la mia voglia di bere
di strano riso è vestita
e nella mano
il calice tremula strano.
Ho solo una culla-cristallo al mio nulla.

Fra me e il gelo che temo
tintinno un graffio coll’unghia
rosso licore di sangue
che m’improvvisa vampira
e adesso suggerne bramo
e labbra addosso mi suggono
zucchero e miele mi sfuggono
per un peccato sinistro
profano il sangue di Cristo
ma sacrificio non chiede
il Graal del mio Redentore
perché stasera col vino
io brindo solo all’amore.

Elisabetta Comastri