CARRUGGI (Vicoli)

Carruggi di vento e di sale,

di pioggia, di sole, di mare,

di donne e bambini per mano,

carruggi, la vita che pulsa,

il gioco, il furto, la spesa,

l’amore, ragazze in attesa.

Carruggi dai nomi di santi,

madonne in edicole alte,

portoni di pietre intagliate,

carruggi di pesci e di fiori,

mercati, profumo di forno,

rumori di prima del giorno.

Carruggi dai tetti d’ardesia,

di pergole, gatti e segreti,

anfratti invisibili e rose,

carruggi persiane dischiuse,

terrazzi che scalano il cielo,

che inseguono rondini in volo.

Carruggi di grigio splendore,

di passi che scendono in fretta,

poi salgono un poco a fatica,

la lama di luce già ombra,

carruggi di pace e di guerra

la neve non tocca per terra.

Carruggi, antica preghiera,

dal mare portatemi in chiesa,

vi seguo, guidate i miei passi

dal porto ai leoni di marmo,

guidatemi fino all’incanto:

si chiama Lorenzo ed è Santo.

Letizia Panarello