Part
Il concerto si teneva in una vecchia casa patrizia.
L’aveva accettato solo per sopravvivere.
L’esecuzione del brano l’impegnava da dieci minuti.
Notò con la coda dell’occhio un signore che entrava in ritardo
restava in piedi sulla soglia.
Il brano di Arvo Part era lungo,
si stava avvicinando un passaggio tremendo,
non aveva incaricato nessuno a voltare i fogli,
avrebbe dovuto voltare la pagina senza interrompersi.
Dal vano della porta il signore era scomparso.
Il nervosismo le faceva fremere il cuore,
già si immaginava il disastro:
dover voltare pagina
e continuare freneticamente a suonare.
Mentre stava accingendosi
ad affrontare l’asperità micidiale
sentì qualcuno avvicinarsi alle spalle.
E nell’istante in cui il foglio doveva essere voltato
una mano si allungò verso il leggio
facendo scivolare lievemente la pagina.
Continuò a suonare sicura
senza distaccare le dita dalla tastiera.
Superò brillantemente il passaggio arduo,
si voltò con un sorriso verso il suo prezioso aiutante.
Così – raccontò in seguito –
incontrò per la prima volta Arvo Part
arrivato in ritardo
e che conosceva benissimo quel brano.
Paolo Borsoni