Nell’aria di Novembre
Nell’aria di Novembre che conosce
la breve estate di San Martino
e tutte le gradazioni del grigio
e dell’azzurro e la luce finissima
di nebbia che allaga lentamente
i fiordi rugginiti delle foglie
dei platani, sei le mie abitudini …
Se lascio saponette a profumare
tra la carta velina nei cassetti,
quando sfioro le schiene reclinate
dei tuoi libri di poesia,
o se apro il tempo immutato
del carillon del portagioie d’onice
(un cammeo, la tua pipa mai usata
-schiuma incisa nel fuoco dei giorni
e tu un filo appena
di fumo bianco, acrobata nel gelo …)
Sei nei miei gesti
sbadati, nelle piccole manie
dei giri di ogni sera a controllare
le porte e cenare sul presto
mangiando anche le briciole perché
ha sette croste il pane del padrone …
Forse per questo mi ritrovo ancora
-quando ti ascolto o con te parlo
dai rimandi appesi degli sguardi-
una castagna d’India
in tasca per cacciare raffreddori,
nel cuore qualche verso
le volte che mi visita l’inverno.
Angelo Taioli