Tre o quattro
Ma sì, li abbiamo tutti tre o quattro paradisi
in terra – pensavo l’altro giorno camminando
sul cavalcavia di Affori periferico – io per esempio
ho Anna sotto i palazzi nel cappotto verde,
il porto di Rotterdam, certi pomeriggi sul balcone
della casa affittata dai miei per le vacanze.
Ma sì, li abbiamo tutti a pensarci bene
poi si dimenticano per anni, come succede
con gli amici, se ne trovano di nuovi insperati
improvvisi sul lungomare di Livorno ventoso
e déco, come una figlia che cammina da sola
o cose così, un tavolino all’aperto appena finito
l’inverno.
Quando si muore invece, si va non ho capito dove
e questi paradisi per l’appunto restano sulla terra
perché nonostante il nome e l’iconografia corrente
più che nel cielo un po’ troppo leggero hanno luogo
lungo filari di platani ben piantati, in calde stanze
d’albergo, sui ponti delle città fra i turisti distratti,
per i viali milanesi la domenica, durante sgangherate
e chiassose sagre di paese.
Valentino Ronchi