IN UNA LUCE DI CLESSIDRE

Al passo che come te carezza il solco,
ai voli che s’incrociano in volteggi
ora smarriti ora in declino dalla sommità
del cielo, si disgela la morte ai poli delle rive,
qui dove si ascolta ciò che la sorte
fomenta dalle terre degli umani.
Non chiamare a noi ciò che converge ignaro
da una fila di barche in mano ignota, o forse
in una luce di clessidre che risale al sole
per una via non composta d’acque.
Si varca così nel tempo una rete di minute bolle
e tutto appare come uno specchio o nido
nel cui vuoto i soli morti hanno riposo.
ungi di qui un vortice basso ribolle
all’interno di una roccia millenaria: la cernia
perplessa al soffio mite che dilaga
tra i tamburi della festa mentre risalgono
a rilento gli anni sfebbrati del tuo canto
per dissipare il dubbio che ci unisce.

Benito Galilea