Vite di tela
Eccoci lì,
corpi ammassati,
non siamo altro forse.
Il pittore dipinge le nostre vite in posa,
in bocca una debole pipa,
congela il cammino atterrito
dell’uomo che sta a naso in su
mentre sotto ai piedi il colore indurisce,
si secca pian piano la tela.
“la tua unica paura è ciò ch’è alto sopra te,
lo senti sempre pronto a precipitarti addosso…”
Corre, corre tra le macerie, si affanna
cercando una stazione che sia di conforto,
soltanto un vagone con il riscaldamento,
non chiede altro, poi andiamo…
Ha una canottiera bianca,
è un pittore tranquillo,
odora di tabacco,
ogni tanto si fa un bicchierino;
e spalmata sul sentiero di tela
sta la vita del piccolo uomo insieme alle nostre,
svuotato e spremuto,
sembra quel tubetto lì appoggiato:
il blu cobalto finito stamattina
per ritrarre gli ultimi sogni del mondo.
Marta Fiandri