Ma c’è un’arte più tenera/di questa lentezza?

Le mattine d’autunno, benedette

di luce, a Delft valgono cento perle.

In casa adesso io sola sono sveglia:

puoi vedermi in cucina

con il giallo corpetto e il viso assorto.

Raccolgo pensieri, senza altre voci,

liberi in quest’ora che s’ allunga:

dopo la notte il tempo è intorpidito.

Ben accorta che non cada una goccia

Travaso dalla brocca il latte nuovo.

Scende a filo nel tegame di coccio,

filo denso d’opale.

Dal cesto ho già preso il pane nero,

e sul tavolo l’ho tagliato in pezzi.

Sarà la colazione dei padroni,

io lesta mangerò gli avanzi.

Ma questo sarà dopo.

Adesso fredda e assonnata si versa

la luce sui miei polsi,

pulita da ogni male.

Poi ci sarà quel vetro da cambiare

(guarda lassù la grata che si sbianca),

da vuotare lo scaldino, e altre faccende.

Quando si allontanerà il silenzio.

 

( La lattaia di Johannes Vermeer, misura del dipinto cm. 45,5x 41)

Anna Elisa De Gregorio