L’Irlanda vista da tre poeti contemporanei

Inauguriamo la sezione del blog dedicata alle traduzioni con tre fantastici testi di tre poeti irlandesi tradotti da Roberto Chiodo. Per ogni autore potrete leggere una breve nota biografica, il testo in lingua e la traduzione. Per quanti fossero interessati sarà possibile approfondire il profilo di ciascun autore attraverso il link ai loro blog.

Buona lettura!

Bernadette Gallagher

Nata a Donegal nel 1959. Il suo blog è molto interessante (https://bernadettegallagher.blogspot.it/): sono presenti  alcune sue poesie e una sezione dedicata a iniziative, libri, links. Numerose sue poesie sono presenti anche sul blog di Christine Murray (https://poethead.wordpress.com/), da cui abbiamo tratto Seeds /semi.

 

Seeds

After Derek Mahon’s translation of the poem ‘L’ignorant’ by French poet Philippe Jaccottet.

 

My hair shows a hint of grey.
Clouded lens, they call it cataract.
Skin a little wrinkled.

Garden of weeds, mint, parsley, sage, oregano.

 

Seeds in my brain sprout into
song, poetry, dance and a little gentleness.

Surrounded by computers talking in bits.
Still learning, still working, still digging

as day turns into night and autumn into winter.

A swing returns to my garden
after many years, taunting me:
What has changed?

(da https://poethead.wordpress.com/2017/02/01/rosa-and-other-poems-by-bernadette-gallagher/)

Semi

Dopo la traduzione di Derek Mahon del poema “L’ignorante” del poeta francese Philippe Jaccottet.

 

I miei capelli mostrano un pizzico di grigio.
Lenti appannate, la chiamano cataratta.
Pelle un po ‘rugosa.

Giardino di erbacce, menta, prezzemolo, salvia, origano.

I semi nel mio cervello spuntano nel
canto, nella poesia, nella danza e in un po ‘di dolcezza.

Circondato da computer che parlano a pezzi.
Ancora imparando, ancora lavorando, ancora scavando
mentre il giorno si trasforma in notte e autunno in inverno.

Un’oscillazione ritorna nel mio giardino
dopo molti anni, schernendomi:
cosa è cambiato?

 

James Harpur

Vive a West Cork in Irlanda ed è un o dei più importanti poeti iralndesi contemporanei. Ha pubblicato 5 volumi di poesie alcuni tradotti e curati da Francesca Diano (https://emiliashop.wordpress.com/2015/05/19/james-harpur-un-moderno-neoplatonico-di-francesca-diano/).

Nel 2016 ha vinto il prestigiosissimo Vincent Buckley Poetry Prize di Melbourne.  È direttore della sezione poesia della rivista Southword. Da segnalare inoltre questa sua intervista https://www.graduatehouse.com.au/poet-profiles-james-harpur-and-the-mythical-language-of-poetry/.

Per tutti gli approfondimenti sull’autore http://www.jamesharpur.com

 

Angels and Harvesters


As thoughts arrive
From god knows where,
Or sun breaks through
A fraying cloud
Emboldening a patch
Of trees, or grass,
They just appeared
From nowhere
Among the harvesters
The field a world
Of cutting, gathering,
Cutting, gathering.
Their outlines sometimes
Flickering brighter,
They walked between
The bending figures
Curious Pausing to watch,
Like ancestors
Almost remembering
The world they’d left,
Or foreigners
Amused to see
The same things done.
They moved around
Unseen by all –
Unless one glimpsed,
Perhaps, light thicken,
A glassy movement,
As air can wobble
On summer days.
And then they went
Walked into nothing
Just left the world
Without ceremony
Unless it was
The swish of scythes The swish of scythes

(da http://www.jamesharpur.com/poems.htm)

 

Angeli e mietitori

Quando arrivano i pensieri
da chissà dove,
o il sole irrompe
una nuvola sfrangiata
rafforzando una macchia
di alberi, o erba,
sono appena comparsi
dal nulla
tra i mietitori
il campo un mondo
di taglio, raccolta,
taglio, raccolta.
I loro contorni a volte
sfarfallavano più intensi,
camminavano tra
le figure fluttuanti
curioso
fermarsi a guardare,
come gli antenati
quasi ricordando
il mondo che avevano lasciato,
o agli stranieri
divertiti a vedere
le stesse cose fatte.
Si spostarono
non visti da tutti
a meno che non si intravveda,
forse, la luce si addensa,
un movimento vetroso,
come l’aria può oscillare
nei giorni d’estate.
E poi se ne andarono
camminando nel nulla
appena lasciato il mondo
senza cerimonie

a meno che non fosse

il fruscio delle falci

il fruscio delle falci

 

Annemarie Ni Churreain

Poetessa e scrittrice che vive a Dublino. Alcune sue poesie sono presenti su Poetry Ireland Review, The London Magazine, The Shop Poetry Magazine. Bloodroot è la sua prima opera pubblicata nel 2017 da Doire Press. Si è classificata seconda al Red Line Festival Poetry Award 2017. Cura il blog http://studiotwentyfive.com/.

Pasodoble

Openly, the sea prays
against the moon’s lead the pier’s edg the palm-trees
hushing

as I sway beneath a ringlet of your hot breath.

And though we know nothing yet of cruelty,
there is a vague bloodedness in the air,
the scent of bulls on the heels of men,
a red hem flaring poppies.

Soon, the dust-clouds will spin
like none seen
at Las Ventas.

(da https://rochfordstreetreview.com/2017/05/30/annemarie-ni-churreain-four-poems/)

Pasodoble

In modo aperto, il mare prega
contro il piombo della luna il bordo del molo le palme che
zittiscono

mentre ondeggio sotto un ricciolo del tuo alito caldo.

E anche se non sappiamo ancora nulla della crudeltà,

nell’aria c’è un vago sangue,
l’odore di tori alle calcagna degli uomini,
un papavero rosso che sboccia papaveri.

Presto, le nuvole di polvere gireranno
come nessuno ha visto
a Las Ventas.

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