Intervista esclusiva a Nicola Gardini

Lunedì 18 dicembre 2017, a seguito della lezione su Ovidio, Chiara Pronzato, Marta Zorgno e Valerio Visconti, i tre giovani collaboratori di Archicultura, hanno intervistato Nicola Gardini per il nostro blog.

Il dialogo tra l’autore e i tre giovani ragazzi è stato ricco di spunti e ha toccato tematiche molto diverse tra loro: da alcune curiosità circa il rapporto di Gardini con Ovidio, amato già dalla giovinezza in quanto poeta sovversivo, disgregatore del potere augusteo e per questo messo in ombra dal poema di Virgilio, all’importanza dello studio dei classici, che offrono una lezione ancora oggi vitale e che interroga personalmente ogni lettore, ma che rappresentano anche una sfida da non sottovalutare: la lettura di un classico sia antico sia moderno, secondo Gardini, dà un’illusione di familiarità ma richiede sempre, ad ogni livello, dedizione, rispetto e attenzione per non fraintenderne la lezione.

Successivamente Gardini, sollecitato dai giovani intervistatori, si apre a considerazioni più generali sull’editoria e sulla scuola, indossando e dismettendo rispettivamente i panni dello scrittore e del docente. Propone un’analisi accurata, ampia, grazie anche alla sua esperienza internazionale, prima negli Stati Uniti poi ad Oxford. Ricorda le difficoltà dell’editoria in un ambiente dominato dalla rete, in cui il numero di lettori “forti” si assottiglia di anno in anno, la disponibilità degli editori ad accogliere nuove proposte e, parallelamente, la fatica del labor limae dello scrittore, che per produrre una buona opera deve continuamente affinare la propria arte e rifuggire sia le mode del momento sia esperimenti artistici troppo lontani dal gusto del pubblico e autoreferenziali. Loda la scuola italiana, soprattutto se messa a confronto con altre realtà europee e extraeuropeee (l’Inghilterra delle scuole private e classiste e l’India che ha eliminato ogni insegnamento umanistico, per citare due esempi), per la grande apertura data dall’impostazione storiografica e per la qualità dell’insegnamento, spesso condotto in condizioni disagevoli. Infine un appello forte, vibrato, rivolto proprio ai più giovani, perchè anche loro si facciano carico attivamente del miglioramento della scuola, con idee e proposte, perchè superino il senso di disaffezione che programmi poco personalizzati possono suscitare e instaurino un dialogo costruttivo con insegnati e dirigenti.

Un’intervista esclusiva, quindi, che vi proponiamo in anteprima, ricca di spunti di riflessione anche sull’attualità della cultura. Per visualizzarla potete accedere direttamente al video cliccando sull’immagine sottostante.

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Serena Panaro

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